Gli uomini digeriscono lentamente la fine di una
storia.
Sempre se la digeriscono.
Ok, forse sto generalizzando, e il pubblico maschio
scuoterà la testa in segno di dissenso, ma non mi sento poi così lontana dalla
verità.
Difficilmente si lasciano andare a coinvolgimenti
sentimentali, un po’ tutti lo facciamo, la paura di prenderci una bella
inculata ci frena un sacco, o ci porta ad assumere comportamenti molto frivoli
e poco impegnati.
Ma, dicevo, difficilmente si fanno coinvolgere: l’uomo
deve divertirsi, più se ne fa più è figo, più ha un ruolo dominante nella sua
cerchia, fermarsi con una è indice di missione fallita.
Non tutti, sia chiaro, ci sono anche i vecchi
inguaribili romantici, quelli che aspettano quella giusta e si decompongono nell’attesa.
Lei è bellissima, capelli lunghi e viso dolce, un
sorriso che ti coinvolge come una brezza fresca.
Inizia la storia d’amore.
Poi a un certo punto lei rompe la sinfonia: decide che
non sono fatti per stare insieme e che non si vede con lui in futuro, o lo
tradisce, o qualunque altro motivo.
La corda di violino si rompe, flagellando a sangue il
cuore del ragazzo.
Con annesso stato sentimentale confusionale.
Si perché, dopo essersi tagliati le vene dal dolore,
dopo aver recitato un monologo, che dettava le loro nuove leggi da duro/stronzo
con le ragazze, davanti allo specchio, decidono che non solo useranno le
ragazze per loro ludo, ma saranno anche incapaci di provare di nuovo dei
sentimenti.
Addirittura la usano come frase d’identificazione: non
so più cosa provo per una donna da quando è finita la mia ultima storia.
Noi ingenue dentro nascondiamo una crocerossina pronta
a salvare i soldati feriti nella guerra dell’amore.
Colei che li sorprenderà e farà loro scoprire, di nuovo,
l’amore.
Senza accorgerci che sotto si cela Terminator: cuore
di ghiaccio.
Il che, se in estate va bene, in modo da contrastare
il caldo, d’inverno va male, perché ci vuole qualcuno che ci scaldi il sangue,
non il materasso.
Ma procediamo per parti, inspiegabilmente la rotture
li rende UOMINI.
Ogni
donna cerca un UOMO.
La parola giusta, gli interessi comuni, il tocco
preciso, istintivo, animale, il bacio da togliere il fiato e poi, ciliegina
sulla torta, la scopata da mille e una notte.
La cosa va avanti per un po’, e non per caso, ma
perché realmente funziona.
Finché ai primi respiri freddi dell’inverno, la stufa
si rompe e loro tornano i terminator sparaghiaccio che erano stati programmati
ad essere.
Perdono l’uso della parola, insieme alla loro
mascolinità.
Dopo numerose domande che ti poni, la risposta ti
arriva, dopo deduzioni scientifiche e investigazioni, attraverso un uccello del
malaugurio.
L’uomo che noi conoscevamo ha visto la sua prematura
fine alle prime ore dell’alba invernale, ne da, indirettamente, il triste
annuncio il verme/zerbino/ombra del sopracitato uomo.
Egli, infatti, ci è stato portato via dal crudele
destino che l’ha coinvolto in un incidente frontale con la realtà dei fatti che
continua a negare a se stesso: l’amore (non corrisposto) che prova ancora per
quella ex di anni orsono ha preso un percorso diverso dove lui non era e non è
contemplato; la paura che lui non ammette di un possibile ripetersi del
tradimento.
R.I.P.
Si.
Non siamo noi, ma loro.
Loro che dietro a mille scuse, ci rifilano un “non
sono pronto” come scusa di facciata.
Ma io dico per la bellezza di Afrodite, un minimo di
palle non anatomiche le avete?!
Dopo sei anni, che il tuo amore ti ha tradito e tu non
contempli manco la possibilità di tornarci, anche se lei ti ha implorato, non
puoi chiudere il capitolo e iniziare una nuova storia dando tutto quello che
puoi dare alla nuova compagna della tua vita?!
Dopo mezza decade, da quando lei ti ha detto che non
vede un futuro con te, dopo che l’hai dovuta lasciare perché era ridicolo
andare avanti viste le premesse, dopo che lei si è rimessa con l’ex ed è
felicemente fidanzata, dico, dopo tutto questo non sarebbe ora di darsi una
possibilità?!
Non dico con una a caso, ma almeno se ne trovi una interessante,
non fare quello forte, quello orgoglioso, quello che sa, quando ti abbiamo
capito perfettamente tanto che alla fine ti sei rivelato lo smidollato zerbino
ancora appresso a lei.
Almeno sii onesto.
E dopo di questo è ora di darti una svegliata e
scoprire che il mondo ha altro da offrirti, se tu non ci sputi sopra
(metaforicamente parlando).
Amare è difficile, non si ama a caso, si ama di rado,
spesso si ama non corrisposti, altre volte si ama, ma finisce.
Amare per questo può portare dolore, un dolore che ci
promettiamo di non voler provare più, eppure capita di riprovarlo.
Non a tutti è concesso di trovare “quella/o giusto” alla
prima botta.
Ma cazzo, datevi una chance.
SVEGLIA.
Davvero.
È una partita a poker: hai colore, ma l’avversario
potrebbe avere full d’assi, non puoi mai sapere se sta bluffando, devi correre
rischi per vincere.
Fate il vostro gioco: ALL IN e rischiate.
Sarete bravi a camuffarvi, a fare gli uomini, ma il
tempo poi vi mostra per quelli che siete.
Quelli che quando cadono non si rialzano, si
contorcono e rotolano nella merda di bugie che si sono raccontati.
Almeno noi, cadiamo, ci facciamo un male della madonna
(e le nostre amiche lo possono confermare), ma poi ci rialziamo e se ne vale la
pena ci riproviamo.
E in comune con i vermi noi abbiamo solo la nudità,
perché ogni volta che ci rilanciamo dopo una rovinosa caduta, ci lanciamo senza
salvagente, senza niente, nude come mamma ci ha fatte: perché l’amore, come la
vita, va vissuto.
Quindi.



Nessun commento:
Posta un commento