Da piccole cresciamo a suon di favole.
Poi cresciamo e ci rivelano il terribile segreto, la dura verità: le favole non hanno fondamento nella realtà, non esiste il lieto fine.
Si è un po’ drammatico, ma esageriamo.
Quindi il principe azzurro che ci salva, che ci fa vivere il grande amore è come babbo natale: un’illusione.
La grande illusione.
Nemmeno Houdini avrebbe potuto fare di meglio.
E poi diciamocelo, si tra amiche, per consolarci: quello giusto per noi esiste, insomma tra 8 miliardi di persone esisterà uno stronzo da qualche parte che è la parte mancante della nostra anima no?!
Il principe azzurro della nostra FAV(ol)A.
Bene ora che abbiamo appurato che la realtà non ha a che fare con le favole e che la vita non è un film, io mi pongo una domanda: come cazzo è che la mia vita pare un film?
O una serie tv infinita.
La versione meno surreale di Beautiful, ma con lo stesso infinitesimo numero di ritorni di fiamma.
La versione tastabile e ansimante di un libro.
Si, questo l’ho scoperto proprio pochi secondi fa.
Perché poi è così, non senti le persone per dei decenni, amici con cui hai diviso persino il bagno, e poi quando cerchi di far loro un riassunto degli ultimi due secoli che si sono persi, TAC, ti dicono che le tue 10 righe riassuntive assomigliano alla trama di un libro che hanno letto.
E lì ti si accende una lucina dentro.
Cazzo un libro romantico, allora tutto sto andare allo scatafascio di qualcosa che all’inizio era pirotecnico è solo un pezzo della storia per renderla avvincente, per rendere il finale più drammatico, più intriso di emozioni, per un lieto fine nucleare.
No. Col cazzo.
Di nucleare c’è solo che è una bomba.
Perché il libro finisce male, quindi la nostra nave è stata abbattuta come un grissino senza speranza di resuscitare (dov’è il dio Beautiful quando serve).
Quindi alla fine la vita non è un film, è un libro, che finisce male per giunta.
O per lo meno lo è la mia storia.


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